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Il tempio Birkat Yitzchak

Il concetto di illuminazione per il Tempio Birkat Yitzchak mirava ad offrire elevato comfort visivo per la preghiera e lo studio della Torah, unendo l’aspetto contemporaneo dell’intervento alla tradizione, al rispetto e alla liturgia che devono essere percepiti in questi edifici religiosi. I materiali utilizzati sono legno e pietre dai colori caldi enfatizzati dalla temperatura colore dell’illuminazione artificiale: si sono utilizzate sorgenti LED a 3000K, gestite da un sistema di controllo, con alto indice di resa cromatica per rendere al meglio il tono e l’atmosfera dell’ambiente. La luce funzionale, sia per le aree di studio e di lettura che per le aree comuni, è data da apparecchi Laser Blade, installati nel controsoffitto in legno. A seconda dell’altezza del soffitto sono state utilizzate ottiche a 32 gradi o 48 gradi, proprio per creare un’illuminazione omogenea e molto diffusa.

Nella sala centrale, quella in cui si svolge la lettura della Torah, sono state utilizzate sospensioni Le Perroquet, per fornire luce d’accento anche sulla figura del rabbino e per movimentare l’aula con un oggetto che avesse un suo valore estetico oltre a quello funzionale.

I Laser Blade High Contrast che forniscono l’illuminazione generale e che sono integrati nelle doghe di legno o inseriti tra le doghe in legno creano anche un effetto lanterna, per tutto l’edificio, percepibile dall’esterno attraverso la griglia che copre l’edificio.


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Richiesta informazioni

  • Anno
    2017
  • Committente
    Comunidad Maguén David
  • Progetto architettonico:
    Cherem Arquitectos, Mexico
  • Progetto Illuminotecnico:
    artec3 Studio
  • Fotografo
    Jaime Navarro

Project Quote

"Il progetto illuminotecnico del tempio Birkat Yitzchak a Città del Messico evidenzia la spiritualità degli spazi gestendo una precisa intensità luminosa con un elevato comfort visivo, integrando l'illuminazione come parte dell'architettura. È un edificio che rompe architettonicamente con il prestabilito nella progettazione di luoghi di culto evitando formalità superflue e scommettendo sulla qualità sensoriale degli spazi. "

Maurici Gines, artec3 Studio

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